Compagnia Teatrale:


La storia:

Le tradizioni teatrali veduggesi affondano le loro radici nientemeno che agli inizi del nostro secolo. Promotore della prima filodrammatica fu l’allora parroco Don Carlo Maria Colombo. In seguito, nel 1925, il non dimenticato Don Giuseppe Mambretti -prima coadiutore e poi per molti anni parroco del nostro paese- dette forte impulso all’attività teatrale, prendendo le redini della filodrammatica. Sotto la sua attenta regia furono proposti numerosissimi lavori; basti pensare che gli anziani della nostra parrocchia ricordano che nel periodo autunno-inverno il gruppo di attori diretto da Don Mambretti riusciva a proporre una nuova rappresentazione al mese. Veramente degli infaticabili amatori del teatro! Di quel... “mitico” periodo -non esisteva ancora la concorrenza della televisione!- ci restano alcuni costumi di scena e parecchie scenografie, cimeli che sono gelosamente conservati dagli attuali responsabili. La prima parte del nostro racconto si conclude con il periodo bellico. Sono, ovviamente, anni assai difficili e l’attività teatrale s’interrompe. Nel dopoguerra viene sporadicamente proposta al pubblico qualche rappresentazione, ma la vecchia filodrammatica vive un momento di forte crisi: il gruppo originario degli attori non se la sente più di continuare e Don Mambretti, ormai anziano, non riesce più a seguire adeguatamente l’attività artistica. Per circa un ventennio, dalla fine degli anni Cinquanta, il teatro cessa di essere un’attività primaria nella vita culturale veduggese. E’ solo nel 1976 che il teatro amatoriale rinasce a Veduggio, grazie all’impegno ad alla gran vitalità del fondatore della nuova Compagnia Teatrale veduggese: Martino Ciceri. Come primo lavoro messo in scena è stato volutamente scelto EL FAUST, una originalissima trasposizione dialettale del celeberrimo capolavoro di Goethe, cavallo di battaglia della filodrammatica diretta da Don Mambretti. In questo modo si è voluto creare un ponte ideale tra la vecchia filodrammatica e la nuova, quasi fosse un’araba fenice rinascente dalle sue ceneri. Per un paio d’anni non esiste ancora una struttura definitiva. E’ nel 1978 che il gruppo di persone che si è identificato con il bellissimo progetto di Martino decide di far nascere una compagnia teatrale stabile e si tenta subito un salto di qualità, accostandosi con rispettosa determinazione ad uno dei più grandi autori di teatro di tutti i tempi: Molière. Viene messo in scena IL MALATO IMMAGINARIO e con questa scelta il regista Martino Ciceri ha voluto dimostrare che anche una compagnia di attori amatoriali può affrontare con dignità una commedia solitamente riservata ai soli professionisti. Subito dopo ecco la rappresentazione di un testo molto impegnativo, PROCESSO A GESÙ di Diego Fabbri, uno dei maggiori commediografi italiani del dopoguerra. Pochi mesi dopo la prima del Processo, Fabbri muore (1980). Proprio per ricordare la figura di uno dei più grandi intellettuali di ispirazione cristiana del Novecento, la compagnia decideva di prendere il suo nome. Nel decennio successivo la compagnia teatrale “Diego Fabbri” consolida la sua presenza sul territorio, in particolare organizzando una rassegna autunnale di teatro amatoriale (1978), che nel 1990 si trasforma in STAGIONE TEATRALE (ottenendo il patrocinio dell’Amministrazione Comunale), con la formula di uno spettacolo al mese da ottobre ad aprile. Alcune tra le migliori compagnie lombarde (e non solo) attive nel teatro amatoriale hanno calcato il palcoscenico veduggese. Dalla stagione 1993-94, inoltre, la Compagnia organizza anche una rassegna di teatro per bambini denominata TEATROBIMBI, proponendo quattro spettacoli (uno al mese) nel periodo che va da novembre a febbraio. Vengono invitate le migliori compagnie professionistiche del panorama regionale e nel giro di pochi anni questa rassegna si è imposta come unico momento qualificato di teatro per i piccoli nella zona dell’alta Brianza milanese, ottenendo un grandissimo successo di pubblico. La compagnia teatrale “Diego Fabbri” ha affrontato, nel corso della sua storia ventennale, autori del calibro di Pirandello, Garcia Lorca, Buzzati, Campanile, Goldoni, Shakespeare, oltre ai già citati Molière e Fabbri, nonché numerosi autori amatoriali (come Zago, Franco Roberto, Garzoli, Pedroni, e molti altri). Discorso a parte merita LA BOTTEGA DELL’OREFICE di Karol Wojtyla; il testo del Papa ha imposto, nel corso degli anni ’80, la nostra compagnia all’attenzione di un pubblico assai vasto, esperienza decisamente singolare per un gruppo amatoriale. Nel corso di circa un centinaio di repliche si sono toccate piazze in quasi tutte le province lombarde, con qualche puntata nel Veneto, in Piemonte e nell’Emilia-Romagna. Con questo lavoro, vero asso nella manica della compagnia, sono arrivati numerosi riconoscimenti: migliore rappresentazione, migliore protagonista femminile e miglior regia al festival teatrale di Pagnano di Merate, secondo posto assoluto alla rassegna delle filodrammatiche milanesi nel 1980, una targa per l’alto valore artistico della città di Lecco e altri premi minori. Nel mese di settembre del 1994 un tragico incidente automobilistico ci ha privati del nostro carissimo Martino, che era per noi padre, maestro e amico. Per la compagnia è stato uno choc fortissimo e non è facile continuare a pensare al teatro quando il destino porta via così crudelmente una persona che ha segnato la crescita umana e spirituale di tutti noi. Sappiamo però che Martino non vorrebbe si interrompesse il dialogo tra l’attore e il pubblico, che a Veduggio -grazie alla sua inesauribile voglia di fare- dura ormai ininterrottamente da più di vent’anni. Noi della “Diego Fabbri” vogliamo continuare a fare teatro per testimoniare lo spirito che animava il nostro maestro e amico e ci siamo ripromessi di portare avanti il suo credo di impegno nel sociale: il teatro come dono per gli altri. Dal 15 ottobre 1995 la sala teatrale da cui è partito il suo messaggio, gli è dedicata; è una piccola cosa, ma ci piace ricordare Martino nell’ambiente dove siamo cresciuti, artisticamente e umanamente, grazie ai suoi preziosi consigli. Siamo convinti che non smetterà di seguirci e continuerà a divertirsi con noi, perché l’amore per il teatro non muore mai...